Quella splendida materia che è diritto, quando è spiegato con passione

Oltre un anno fa ho chiesto alla signora che lavora presso la libreria Draghi di consigliarmi un buon testo di diritto penale. Buono vuol dire tutto e niente, dipende da cosa si intende. Non mi sono dilungato in spiegazioni, ma la signora mi ha dato ciò che volevo. L'autore è F. Antolisei, Manuale di diritto penale. E' appassionante, davvero. E, contrariamente a quanto pensano moltissime persone che credono che il diritto tratti di casi astratti che nulla hanno a che fare con la vita di tutti i giorni, un buon testo riesce davvero a farci ragionare.

Cosa che nella vita di tutti i giorni, abituati a subire le decisioni piuttosto che a prenderle – quando non si tratti di una merce da comprare – è esaltante. Vi cito un breve pezzo che ho letto stasera. Piu' attuale che mai, in questi giorni:

[cause giustificative, cioè cause che pur in presenza di fatto illecito non configurano punibilità] 

"Per ciò che concerne il fondamento della liceità, il problema non sorge quando l'operazione ha avuto esito felice, perché, se anche il chirurgo ha cagionato un dolore o prodotto un'amputazione nell'organismo del soggetto, non si può dire che si sia verificato quel peggioramento del bene dell'integrità personale che costituisce l'essenza del reato di lesioni: manca, quindi, l'estremo della conformità al tipo legale di questo reato.
Il problema nasce nel caso che l'esito dell'intervento sanitario sia stato negativo. Anche in tale ipotesi (a meno che all'operatore non possa rimproverarsi un'imprudenza o una negligenza con la conseguente responsabilità per colpa) il fatto è lecito e, quindi, non punibile, ma la liceità non trova il suo fondamento nel consenso del paziente, perché il bene della vita non è disponibile e quello dell'integrità personale lo è soltanto in limiti ristretti. A nostro parere, il fondamento della liceità deve ravvisarsi nel fatto che l'attività medico-chirurgica corrisponde ad un alto interesse sociale: la cura degli infermi, interesse che lo Stato riconosce, autorizzando, disciplinando e favorendo l'attività medesima. "

 

Un commento su “Quella splendida materia che è diritto, quando è spiegato con passione”

  1. Ho imparato una parola nuova: liceità che da quello che capisco non vuol dire roba da liceo (ad esempio le ragazzine che parlano di questo o di quel morosetto non dicono liceità, bensì cazzate da liceo), ma “cosa lecita”.
    Wow, ma questo blog è davvero istruttivo!

    Cmq il mio nuovo motto è:
    Non pensare più al domani perchè ci pensa già Bersani!

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