Tutti avevamo sperato in una semplice fuga, ma il Brenta, venerdì scorso ha smentito i nostri desideri e ci ha restituito il giovane corpo privo di vita di Cristian Brazzo. Aveva solo 21 anni, ed è morto per tre grammi di hashish. Poco più di uno spinello non uccide nessuno, ma la vergogna in una società perbenista può essere più letale di qualunque sostanza tossica. E così è stato. E pensare che Cristian, per la legislazione attuale, aveva commesso insieme ai suoi amici solo un’infrazione amministrativa.
Mi chiedo cosa succederà quando detenere poco più di una canna diventerà – grazie alle Proposta di Legge Fini – un reato penale che prevede dai 6 ai 20 anni di carcere. Una follia! Immaginate cosa potrà accadere a migliaia di di ragazzi, potenzialmente a milioni di cittadini italiani (visto il numero di consumatori abituali o saltuari di droghe leggere), quando e se entrerà in vigore una legge assurda, ideologica, insensata.
Invece di colpire i grandi e pericolosi trafficanti di stupefacenti la Destra vuole perdere tempo, forze, intelligente per inseguire e perseguitare ragazzi, spesso giovanissimi, che non compiono alcun reato e ciò che fumano è sicuramente meno pericoloso e dannoso (secondo l’Organizzazione mondiale della sanità) dell’ uso di droghe legali quali l’alcool e gli psicofarmaci. Così, in un Paese in cui si possono rubare milioni di euro a migliaia di risparmiatori falsando i bilanci aziendali senza temere nulla, vista la depenalizzazione di questo gravissimo reato, rischia di iniziare una caccia alle streghe dalle conseguenze inimmaginabili.
In tutto il mondo civile gli addetti ai lavori, spesso gli stessi rappresentanti delle forze dell’ordine, hanno compreso – lavorando sul campo – che la repressione verso i consumatori non porta nessun risultato nella lotta contro la droga. Solo la prevenzione, l’educazione nelle scuole, la promozione di stili di vita sani, interventi sociali in grado di sanare situazioni familiari difficili, spesso disperate, possono allontanare giovani e meno giovani dall’abuso di sostanze stupefacenti. Il tutto accompagnato ad una politica di riduzione del danno, in grado di eliminare per i tossicodipendenti i rischi legati all’overdose, all’Aids o ad altre mortali malattie. Nulla di tutto questo interessa la Destra, che ritiene sbagliata qualsiasi politica di prevenzione e si approccia al problema solo con una logica punitiva, che fa sempre danni gravi, a volte irreparabili, come nel caso del giovane ragazzo di Vigodarzere. La criminalizzazione, il proibizionismo sono buoni solo a portare qualche voto in più, ma non risolvono nessun problema. Lo dimostra la storia, basti pensare al proibizionismo americano contro l’uso dell’alcool.
Mi domando poi come mai, in questo Paese, si dovrebbe finire in galera per una canna, mentre nelle tv berluscoinane e in quelle Rai vanno in onda decine di spot pubblicitari che invitano a consumare bevande superalcoliche, che fanno morire – per abuso – decine di migliaia di persone ogni anno, senza contare le morti causate dagli incidenti stradali. I lo sperato fino alla fine, con tutto il cuore, che quel ragazzo «scomparso» si fosse limitato a fare una lunga passeggiata per trovare le parole giuste, in grado di spiegare ai suoi genitori che non c’era nessun motivo per vergognarsi di lui. Non è uno spinello che fa la differenza tra un bravo ragazzo e un poco di buono. Ma la generosità, le amicizie, la coerenza, la disponibilità ad aiutare gli altri sono l’unico metro in grado di misurare lo spessore di una persona. Purtroppo Cristian non se l’è sentita di spiegare questa semplice verità ai genitori, non ha trovato la forza per mandare a quel paese i bacchettoni, pronti a criminalizzarti per uno spinello. Ha scelto di morire pur di non sopportare l’etichetta che i ben pensanti sono sempre pronti ad attaccarti addosso, come fossi un vestito esposto in vetrina. Non trovo più parole per rendere giustizia a questo ragazzo. Non trovo più parole per invitare tutti a riflettere su temi troppo delicati per consentire a chiunque il ricorso a ricette facili e banali.
Piero Ruzzante ,deputato Ds-l’Ulivo