Ibiza

Non basterebbe un post di qualche ora per raccontare i ricordi e le sensazioni più belle di questa vacanza di 12 giorni ad Ibiza. Diversa da tutte le altre per molti motivi, uno dei quali è che finalmente non ero da solo ma con il mio amico Simone di Genova.

Partiamo dalle due uniche note negative, ovvero l’alloggio nei Tivoli Apartamentos di Playa den Bossa, dei quali avevo già purtroppo letto brutte cose sul periodico ibizenco Diario de Ibiza. La nostra stanza aveva il condizionatore guasto (per fortuna ce l’hanno cambiata perchè ce n’era ancora un’altra libera, ma chi è arrivato dopo di noi, non ha avuto la stessa fortuna). Lo stato di porte (bisognava sbatterle per chiuderle, vi lascio immaginare il rumore che si sentiva dagli appartamenti vicini) e mobili (cerniere guaste) era pessimo , e il condizionatore sparava aria gelida qualsiasi fosse l’impostazione del telecomando….in pratica, io mi sono preso una bronchite , Simone la sinusite.

L’altro aspetto negativo, il gruppo di romani del piano di sotto che bestemmiavano e urlavano come animali nonostante i ripetuti interventi della security ( o, più correttamente , del chico de la seguridad) alle 3 , 4 di notte. Lo dico e lo ripeto spesso, vedendo l’incivilità dei miei concittadini , mi vergogno di essere italiano.

Per il resto, per la prima volta (ed era ora) , sono riuscito a visitare parti diverse dell’isola, dal tramonto di San Antonio a Cala Llonga alla bella Santa Eulalia del Rio. Ovunque abbiamo mangiato molto bene, con menù del dia che comprendevano pesce a meno di 12-15 euro a testa.

I nostri pranzi cambiavano di volta in volta. Due volte siamo stati al Fusion di Figueretes, di cui vedete il secondo piatto del menù del dia per 10.50 euro qui sopra, a pochi metri dalla spiaggia, dove per meno di 9 euro abbiamo noleggiato ombrellone e due sdraio (v. sotto).

A Santa Eulalia del Rio siamo arrivati in bus da Ibiza città (corse ogni 30′ a meno di due euro) in meno di venti minuti. Anche qui, tutti i ristoranti con servizio wi-fi (che in Italia di fatto è bloccato dalla legge Maroni che obbliga l’identificazione di chiunque utilizzi una rete internet ) e menu del dia a meno di 12 euro. Qui con zuppa (squisita) di melone e jamòn e pesce. Santa Elualia , essendo alla foce di un fiume, è l’unica zona fertile dell’isola e qui si concentrano le produzioni agricole.

Il giorno dopo eravamo a San Antonio , al Savanah, nei pressi del famoso Café del Mar, per osservare il tramonto insieme ad altre centinaia di persone. Ovviamente la foto non rende giustizia del panorama.

Anche a Cala Llonga, spiaggia pulitissima con pineta e parco giochi per bambini. Anche qui un buon pranzo (cocktail di gamberi , bistecca al pepe verde con patate e verdure cotte, acqua e vino ed un chupito di hierbas ibizencas offerto dalla casa) e un particolare da raccontare.

Mentre eravamo in spiaggia a prendere il sole  , passa un tizio ( di Cordoba, abbiamo saputo dopo) con ananas e cocco. Gli chiedo quanto vuole: 5 euro, per il cocco intero. Gli spiego che non saprei come aprirlo e mi spiega che ce lo avrebbe aperto lui. Ha aspettato che bevessimo il latte di cocco, per poi tagliarlo a pezzi. Infine, ci ha dato una busta di plastica dove buttare gli la buccia una volta mangiato il tutto, e ci ha indicato i bidoni della raccolta differenziata in spiaggia. Chiamasi progresso civile di un paese.

Ultima menzione al ristorante con cibo fatto in casa a Playa den Bossa, di fronte all’hotel Algarb, dove abbiamo mangiato degli ottimi platos combinados , del buonissimo vino bianco catalano e il flao, il tipico dolce ibizenco fatto con formaggio e menta. Assolutamente da provare. Anche qui Simone, non se l’è sentita di non lasciare la mancia, dopo che per una cena con vino acqua dolce e liquore, il nostro scontrino per due persone non arrivava a 32 euro.  Quanto basta per rimpiangere di essere tornato in Italia . E non sono ancora rientrato in ufficio.

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