Forza Italia, il partito del cemento. Moratti:” costruiremo per le fasce più deboli”. Chiaro, in centro a Milano….

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Blitz in consiglio comunale
più cemento sulle aree verdi

In consiglio comunale è passato un emendamento di Forza Italia che fa salire a 1 metro quadrato l’indice di edificabilità su una parte delle cosiddette “aree standard a vincolo decaduto”, un tempo destinate a verde o servizi, che nessuno ha mai realizzato
di Alessia Gallione

È un altro tassello nel piano di densificazione della giunta Moratti. Un altro passo verso la città che nei prossimi vent’anni dovrà avere 700mila abitanti in più. Da ottenere anche sbloccando le aree destinate in passato a verde o a servizi mai realizzati: circa 9 milioni di metri quadrati ancora liberi da anni. Una possibilità già prevista nella delibera di urbanistica di Palazzo Marino, ma che ora vede aumentare ancora di più l’indice di edificabilità su una fetta di 2 milioni di metri quadrati: il documento fissava la quota massima a 0,30 metri quadrati di costruito per metro quadrato di terreno. Con un emendamento presentato da Forza Italia si arriverà fino a 1 metro quadrato, obbligando però a riservare il 50 per cento a edilizia convenzionata agevolata. Il tutto mentre Renzo Piano, in una lettera indirizzata a Marco Vitale e pubblicata sul Riformista, boccia come “criminale” la “strategia urbanistica” a Milano.

GUARDA La lettera di Renzo Piano

Per la maggioranza: «È un’opportunità per riqualificare pezzi di città abbandonati pensando alle fasce più deboli». E anche per l’a ssessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, non ci saranno speculazioni: «Non si alza il valore dell’area perché tutta la plusvalenza andrà in opere pubbliche». Ma il centrosinistra attacca: «Solo cementificazione». È stata una battaglia nella notte quella sull’urbanistica. A Palazzo Marino, la discussione iniziata mercoledì pomeriggio è proseguita fino alle 5.30: rimangono una trentina di emendamenti rimandati a martedì. Alle 3.30 è comparsa una richiesta di modifica che riguarda le cosiddette “aree standard a vincolo decaduto”. Sono porzioni di territorio che il Piano regolatore del 1980 ha vincolato a funzioni pubbliche per realizzare giardini, scuole, parcheggi, edifici pubblici. Nessuno, però, le ha mai utilizzate. «Zone condannate al degrado, terra di nessuno», le definisce Masseroli, che nella delibera ha previsto la possibilità di costruire. A un patto: che si utilizzino con un indice dello 0,30 e che il 35 per cento sia riservato all’edilizia convenzionata agevolata, anche in locazione.

«Il nostro obiettivo è indurre un mercato dell’affitto e vendere case a 2mila euro al metro quadrato», sostiene l’assessore. L’e mendamento prende in considerazione una parte di queste aree, quelle inferiori a 10mila metri quadrati, «già dotate di infrastrutture e delle necessarie opere di urbanizzazione secondaria» e alza l’indice a 1 metro quadrato. «È un modo per riqualificare e dare una destinazione a piccoli pezzi di città che rimarrebbero inutilizzati pensando alle fasce più deboli, dice il consigliere azzurro Fabio Altitonante, che l’ha presentato. Il centrosinistra accusa. «La maggior parte di queste aree sono in zone semicentrali in cui trovare spazio per un giardino o una scuola è difficilissimo. Il gruppo di Forza Italia ha superato l’a ssessore nel desiderio di cementificare», dice il consigliere pd David Gentili. E il capogruppo Pierfrancesco Majorino: «Potrebbero essere realizzati per la collettività e invece rischiano di essere utilizzati a fini speculativi».

Basilio Rizzo (Lista Fo) rincara: «Abbiamo concesso ai costruttori di riempire ancora di più la città: starò molto attento ai passaggi di proprietà che avverranno». In aula è passato anche un emendamento del Pd che destina in generale — ma dopo le modifiche della maggioranza solo su aree superiori a 10mila metri quadrati — una parte degli indici innalzati a 1 metro quadrato ad housing sociale in affitto o edilizia convenzionata. C’è un altro capitolo legato agli immobili: il piano di dismissioni che, nei prossimi tre anni, riguarderà 134 proprietà comunali. L’obiettivo è incassare 1,87 miliardi, anche rinunciando a gioielli come la sede dell’a nagrafe di via Larga, quella dei vigili di piazza Beccaria o case del centro. «Non sarà una svendita, ma una vera valorizzazione — assicura l’assessore alla Casa, Gianni Verga — con una pluralità di azioni che non riguarderà solo la vendita, ma anche l’affitto».

Per svuotare gli uffici, Palazzo Marino ha bisogno di trovare altri 100-150mila metri quadrati e sta lavorando anche a un piano per trasferire i dipendenti nei due grattacieli ex Fs a Garibaldi.

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