Non è solo l’ISIS, è un mondo violento che genera violenza. Ovunque.

Ho trovato molto interessante l’articolo “La scomparsa dell’individuo ci minaccia” , insieme ad altri editoriali che recentemente sono apparsi sul Mattino di Padova ed altre testate nazionali. Quello su cui concordano in molti analisti ed opinionisti (certo, dovreste lasciar perdere le trasmissioni-spazzatura in tv delle reti Mediaset) é che il problema della violenza e del terrorismo non é più un problema che arriva da fuori ma che già si trova dentro l’Europa. E non solo. Proprio pochi giorni fa , dopo l’incidente ferroviario che è costato la vita a molte persone ho trovato particolarmente illuminante un commento che invitava a non cadere nel facile gioco delle (pur esistenti, ci mancherebbe) responsabilità individuali, perché se inizia a non funzionare più niente è perché il sistema in cui si lavora, o si vive, é profondamente sbagliato.
Volendo sintetizzare al massimo, il succo è che una società violenta crea violenza e che quando la competitività sfrenata genera maggiori diseguaglianze ed esclusione sociale (ovunque) diventa un fenomeno non più controllabile. Noi in Europa ora ci preoccupiamo (io nemmeno tanto, dato che la mia qualità della vita è sufficientemente compromessa a causa della mia CFS da farmi perdere già ogni giorno le piccole cose semplici, a costo zero, della vita, come le amicizie, gli affetti, la lettura di un buon libro, una sana risata in compagnia la sera) , ma gli USA vivono da sempre una mini-guerra civile interna di omicidi e serial killer, nonostante abbiano la pena di morte , proprio perché è la società ad essere organizzata in quel modo. Armi per tutti, zero welfare, se ti ammali sono cazzi tuoi…e se quello che si ammala si incazza, sono cazzi di tutti.

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